Elena Pomponi è cresciuta a Sorano, dopo aver perso i suoi genitori da piccola, è stata accudita dai suoi zii. All’età di 17 anni, l'hanno mandata a studiare sartoria e, a 18 anni, ha aperto la sua attività come sarta e da allora ha continuato a lavorare a Sorano. Quando era giovane, però, si dedicava anche ad altri lavori. Racconta che una volta non c'era acqua corrente nelle case e lei portava le brocche d’acqua potabile a una signora, salendo cento scalini ogni volta.
Elena a 86 anni lavora ancora come sarta, a casa sua c’è sempre qualcuno, un'amica o una cliente a provare una giacca. Da piccola non la facevano cucinare, a casa sua si viveva con poco, ricorda che fino alla fine delle scuole elementari, pranzava da sola con quello che le avevano lasciato gli zii, che lavoravano in campagna, il suo pranzo spesso consisteva in due fettine di pane, un formaggino e una mela.
Spesso le capitava di andare a pranzo da una sua compagna e quando succedeva era contenta di potersi sedere a tavola con qualcun altro. Ha iniziato a cucinare tardi, una volta sposata, faceva gli gnocchi, le tagliatelle, invece le lasagne siccome a casa sua non le facevano mai, ha imparato a farle dopo, da una sua cognata che lavorava a servizio in una famiglia.
Durante la sua infanzia e giovinezza Elena e la sua famiglia vivevano con quello che la terra dava, se era stagione di baccelli, mangiavano quelli; se era stagione di carciofi, mangiavano i carciofi. Gli zii avevano i conigli e delle galline per le uova, e a volte anche per il brodo. Ricorda anche che avevano dei porcellini d’India, che diventavano la carne della domenica, cucinati al buglione o arrosto. Ad Elena facevano impressione perché somigliavano a topi.
Quando preparavano il sugo, usavano un pezzetto di lardo battuto con mezzo etto di macinato. Elena ricorda che andavano al negozio per comprare la conserva, spendendo due o tre centesimi per un po' di concentrato, come lo chiamiamo oggi, e mezzo etto di parmigiano grattugiato.
Avendo tre figli Elena ha sempre cucinato, Ricorda che, una volta, il sugo si faceva con mezzo etto di macinato e fegatini di pollo, non come oggi che si usa un chilo di carne. Il brodo, invece, si faceva con la testa della gallina e le zampe, mentre oggi queste parti vengono scartate.
Racconta che cucinava di tutto, lo spezzatino, la carne, la minestra di fagioli, la minestra di pane, di patate, il riso con le patate, e che spesso faceva un minestrone con tutte le verdure, poi tagliava a fettine il pane, prima non si usava bruscarlo, lo metteva in un vassoio e poi ci rovesciava tutto sopra.
Una delle ricette che Elena ricorda con piacere è la marmellata di fichi con le noci. La preparavano facendola addensare bene, poi la avvolgevano facendoci un panetto nelle foglie di granturco per conservarla durante l'inverno.
Comentarios